Mano d’artista con il relativo dito-pettine
Testi. Stampa fotografica digitale su carta baritata 12×18 cm. 
Dim. complessive 32×57 cm
Courtesy l’artista e Placentia Arte

 

Mano d’artista e innesti-fionda
Testi e stampe fotografiche digitali su carta baritata, 17×12 cm, 30×20 cm. Dim. complessive 32×57 cm
Courtesy l’artista e Placentia Arte


Richiami al mondo naturale ed esperimenti ipotetici costituiscono le fondamenta di immagini e testi che, attraverso una formalizzazione poetica, azzardano asserzioni critiche riguardo al fare arte.
In Mano d’artista con il relativo dito-pettine si costruisce una riflessione attorno all’atteggiamento dell’artista a partire dallo studio dell’airone golia, uccello acquatico insolitamente sprovvisto del sistema linfatico atto a renderlo impermeabile. L’animale ha così sviluppato un particolare piumaggio – che polverizzandosi diviene “cosmetico” – e un artiglio pettine, strumenti grazie ai quali può immergersi nelle acque e poi ripulirsi agevolmente.
Nel testo si legge: L’artista avveduto si munisce di un funzionale dito-pettine. Presa consapevolezza della necessità di mantenersi non impermeabile, l’obiettivo consiste nell’acquisire la capacità di lasciarsi permeare senza perdere lucidità. Nel rapporto osmotico con il fuori da sé, si rende indispensabile un sistema di filtraggio. Il suddetto presuppone una cosciente determinazione e affermazione del sé, già proferita ma non ancora stabilizzata. Sarà essa stessa a costituire la trama filtrante nel rapporto interno-esterno. Tale incessante travaso sarà operazione di natura solo in apparenza estetica. Con un apposito strumento a pettine, si traccia una scriminatura: è da rastrellare la mistura dei residui già inerti del dentro e del fuori.
In Mano d’artista e innesti-fionda si delinea invece una caratteristica imprescindibile dell’opera “ben compiuta”. Partendo dal tentativo di far giacere su rette comuni le pieghe della pelle di una mano (o le vene di un braccio pallido) e le venature di un mestolo chiaro, si vuole dimostrare la semplicità con cui si possono vedere i suddetti vasi consecutivi, e nel contempo la difficoltà che si incontra nel tentativo di renderli effettivamente comunicanti. Prerogativa dell’opera ben compiuta è la facoltà di creare innesti funzionanti, che non siano solo sovrimpressioni, ma che agiscano come fionde, “armi da lancio per piccoli massi, per solleticare masse più o meno grandi”.