Installatione view di Sull’opera temperata
a cura di Luciano Passoni, ARS Arte+Libri, Bergamo. Maggio 2016
Courtesy l’artista


Installatione view di Sull’opera temperata
a cura di Luciano Passoni, ARS Arte+Libri, Bergamo. Maggio 2016
Courtesy l’artista


In apertura della mostra: 
Abraham A. Moles, Analisi delle strutture del messaggio poetico ai differenti livelli della sensibilità.
L’aspetto informazionale dei problemi di una poetica, 1960.
In AA.VV.,
Estetica e teoria dell’informazione, a cura di U. Eco, Bompiani, Milano, 1972.


Sull’opera temperata
Dettaglio, #1 Manifesto per un occhio pulito. Manifesto per un occhio non ripulito.
Dim. complessive con basamento 32x80x30 cm


Sull’opera temperata
Dettaglio, #2 Sull’autopalpazione
Dim. complessive con basamento 32x80x30 cm



Sull’opera temperata
Dettaglio, testi stampati, dimensioni variabili



Progetto realizzato in occasione di The Blank ArtDate 2016 – La Città dei Destini Incrociati, iniziativa promossa dall’associazione culturale bergamasca The Blank.

La Temperanza come virtù del moderare. La capacità di mescolare acqua e vino nelle giuste proporzioni: per non perdere il piacere del gusto, per non cadere nell’eccesso dell’ebbrezza.
Nel saggio Analisi delle strutture del messaggio poetico ai differenti livelli della sensibilità. L’aspetto informazionale dei problemi di una poetica (1960) Abraham A. Moles si sofferma sulla questione del “piacere poetico”. Considerando il piacere come funzione di una certa assimilazione del messaggio proposto, egli lo ascrive a un corretto rapporto tra capacità di complessità del recettore e offerta di complessità del messaggio. Moles scrive: Se la complessità è troppo debole, se il messaggio è abusivamente semplice sul piano esaminato, il messaggio appare banale a questo livello, privo d’interesse, la nostra attenzione non vi si fissa, il suo valore estetico è nullo. Ma se questa complessità è troppo grande, se l’informazione è troppo ricca, il messaggio è troppo originale, sommerge la nostra attenzione, oscura la nostra sensibilità […].
Da simili riflessioni nasce Sull’opera temperata, una raccolta di indagini sul peso dell’opera, della sua forma e del relativo messaggio. Una mostra che è nel contempo “opera teorica”, la quale si interroga sul percorso propedeutico alla creazione di un’opera che sia sapientemente temperata, sulla necessità di rifuggire la nascita di un’opera malauguratamente temperata.
È in fondo un esercizio di controllo della complessità, la caccia all’ideale giusto mezzo, dal quale è forse bene essere ciclicamente fagocitati.
Per non rischiare di eccedere, o per poi straripare coscientemente.